mercoledì 8 dicembre 2010

Da San Berardo al Monte Castello di Arpaia

Il Partenio offre in ogni escursione più di un’esperienza: gli odori, i colori e i suoni di questi posti sono sempre il complemento al piacere di una tranquilla passeggiata fra i boschi della Valle Caudina. Ha piovuto per quasi un mese e la meta, la fontana di San Berardo, regala, più che in altre occasioni, il suono del ruscelletto che scende a valle. Non siamo qui per funghi, per la caccia o per una scampagnata. Queste passeggiate sono sempre motivate solo dal piacere di cercare posti dove governa la Natura e l’uomo ha il dovere di tacere. Purtroppo, come in altre occasioni, ci accorgiamo di come questo stato naturale sia in continuazione sotto la minaccia delle sue scelte per niente lungimiranti: c’è chi continua ad utilizzare le zone pianeggianti per il motocross (mentre le indicazioni per il viandante raccomandano di seguire il sentiero) e chi - ne abbiamo incontrati diversi - si concede una giornata di caccia nonostante questo sia un Parco Naturale. I posti che ammiriamo sono sempre frutto del progetto delicato e paziente della Natura e basta davvero poco per distruggerli e non recuperarli mai più. Cerchiamo di raccogliere informazioni sul patrimonio naturale di questi posti dettagliando le apparentemente piccole scoperte che il bosco ci permette di fare. Questa volta ‘avvistiamo’ pochi funghi, fra i quali Pholiota carbonaria, Tremella mesenterica, Helvella lacunosa, Tricholoma Sulphureum, nel tragitto che da Paolisi porta alla fontana e dalla fontana al Monte Castello di Arpaia. Purtroppo, come in una precedente occasione, ci rendiamo conto che il tempo tra le 7.30 e le 13.00 non sarebbe sufficiente a portare a termine tutto il percorso ed il ritorno; rimandiamo, per questo, ad una prossima escursione ed ad un diverso punto di partenza l’obbiettivo del Monte Castello ad Arpaia. M.C.

La Fontana di San Berardo

sabato 14 agosto 2010

Foto dal Monte Taburno prima della pioggia

Questa estate del 2010 permette, anche in prossimità del ferragosto, di camminare per monti senza l’oppressione dell’afa. Programmiamo di ripetere un percorso di qualche anno fa, forse del 2004, che dovrebbe portarci ad un’ampia vallata del Monte Taburno (di cui non ricordiamo il nome). Iniziamo la salita alle 8.30 da un punto del bosco in cui sono in corso lavori di manutenzione degli alberi per raggiungere un tratturo su cui non è presenta segnaletica, ma è tracciato dalle mandrie di mucche al pascolo nella zona. Purtroppo, verso le 9.30, uscendo dal bosco, la pioggia ci consiglia di non proseguire e di tornare verso l’auto. Intanto, la breve passeggiata è stata l’occasione per fotografare la flora e i funghi già spuntati, nonostante la terra del sottobosco sia ancora secca. Per la maggior parte si tratta di Boletus chrysenteron, ma ci sono anche russule, Lycoperdon, Macrolepiota procera. La flora è  nelle foto rappresentata da tassi, faggi, verbasco e cardi. Preferiamo passare per il Piano Melaino che abbiamo proprio vicino, per tornare sulla strada e più velocemente alla macchina. E qui, sulla strada chiusa al traffico che sale al Piano Melaino, notiamo un lavoro eseguito al sottobosco dell’abetaia da cui è stato tolto maggior parte dello strato di foglie secche e in decomposizione. Chi ci sa dare una spiegazione dell’utilità di tale pratica ci lasci, cortesemente, un commento.

lunedì 26 aprile 2010

Monte Orni: flora e fatica II (ovvero: Ai piedi del Monte Orni)

L’escursione di oggi prevede di passare dalla località Puntarelle ai piedi del Monte Orni. Il percorso è praticamente quello inverso compiuto nella prima ‘puntata’ di Monte Orni: flora e fatica. Si conferma come un percorso impegnativo nella parte che affronta il monte stesso. Noi siamo passati alle falde, mantenendo sempre sulla sinistra la parete molto inclinata dell’Orni. Se si volesse intraprendere una scalata alla cima da questa parte bisognerebbe pensarci bene: la parete è abbastanza ripida e scivolare e non trovare appiglio, immaginiamo, non deve essere una disavventura senza conseguenze.
Il problema, in questa occasione, è stato superare gli avvallamenti che si ripetono nell’attraversamento orizzontale della parete che obbligano a risalire per trovare il punto di passaggio meno profondo. Una complicazione ulteriore è stato il vento che, fortunatamente, non interessava la parete ripida dell’Orni per un buon tratto. Si procede quasi con rispetto quando, alzando lo sguardo, si osserva la cima così vicina ma così faticosamente raggiungibile.
Come nelle altre due occasioni (Monte Orni: flora e fatica e Intorni all'Orni) colpiscono inevitabilmente la flora e la fauna presente per la varietà multicolore: orchidee, ginestre, funghi…
Riportiamo qui, per la maggior parte, le foto di questi ‘incontri’, più che del percorso.
E ci rincuora il fatto che l’opera di rimboschimento iniziata dalla Regione Campania in queste zone, già incontrata la volta precedente, sia rimasta indenne dopo gli incendi della scorsa estate.
Annotiamo, purtroppo, anche in questo caso, la presenza di rifiuti abbandonati per la strada che sale da Fontanavecchia (Arienzo, CE) ed un pericolosissimo cumulo di Eternit già sequestrato dalle autorità nei mesi scorsi ma che ancora, pericolosamente, staziona lì.


Purtroppo c’è anche questo…

…Eternit abbandonato, e questo…

Per la precisione l’eternit si trova qui


Visualizzazione ingrandita della mappa

domenica 14 marzo 2010

Prima che la neve si sciolga: Taburno

Approfittiamo della permanenza della neve per un’altra passeggiata sul Taburno, visitato appena la settimana scorsa. Il cammino è appesantito dalla neve che ormai si sta sciogliendo. Partiamo alle 7.45 dal Rifugio della Volpe per un percorso che fiancheggia la strada asfaltata e, nel punto della foto, proseguiamo verso destra.
Anche le stalattiti di ghiaccio sono ancora presenti ma in via di ‘estinzione’...
Tipica ‘strada nel bosco’
Le nuvole coprono la cima del Taburno e nascondono una leggera spruzzata di neve che imbiancherà gli alberi.
Troviamo un ramarro verde (Lacerta Virdis) uscito troppo presto dal suo riposo invernale. E’ quasi paralizzato dal freddo
Lo portiamo in una zona esposta al sole, con la speranza di salvarlo dall’assideramento
Quasi tutta la strada che percorriamo è segnata da ruote di un trattore o di un fuoristrada. Sarebbe meglio se queste zone non fossero frequentabili con nessun mezzo, specialmente se non autorizzato…
 
Un ramo ricoperto da un lichene frondoso
Le tracce del trattore finiscono qui, ostacolate da un albero caduto. Noi proseguiamo.
Bucaneve (Galanthus nivalis)
Anonimi partecipanti all’escursione
Il ritorno
Un po’ di pausa prima di riprendere il cammino: ore 9.38
 
Le nuvole vanno via e lasciano vedere una nuova imbiancata agli alberi a quota più alta
Questa è la zona dove abbiamo lasciato il ramarro verde
Altra vittima del freddo: un’Arvicola (Pitymys savii)
 
Una parte di un’opera di incanalamento delle acque è crollata trascinata dall’acqua stessa e dalla terra che tratteneva. Ricordiamo che non molto tempo fa era intera…
Come sempre, dobbiamo subire la violenza di queste immagini: frigoriferi ed auto abbandonate nel bosco, assieme a rifiuti non biodegradabili si incontrano facilmente ma, fortunatamente, meno spesso che nel Partenio
 
Così si mostra, a fine, escursione, la cima del Taburno che la perturbazione passata poco dopo la partenza ha imbiancato nuovamente. Si può anche osservare la Croce che altre volte abbiamo raggiunto in condizioni climatiche anche più sfavorevoli: Ritorno sulla croce del Taburno e Sulla cima del Taburno. L’escursione è proseguita per un’altra oretta camminando per quello che è diventato quasi un piccolo paese di villette: speriamo che non ne vengano costruite altre. Alla prossima

domenica 7 marzo 2010

Ultima(?) neve di questo inverno sul Taburno

L’ondata di freddo glaciale di questi giorni ha ricoperto nuovamente il Taburno di neve. Torniamo a visitare posti visti in estate e in anni precedenti che non abbiamo documentato: la Caserma Reale, Piano di Prata, il panorama sul versante Est del Taburno. La partenza dall’imbocco di Piano Melaino (-2°C, ma la temperatura non andrà oltre 0°C) è alle 8.00. 20 minuti di sosta e l’escursione prosegue per Piano di Prata fino a tornare sulla strada asfaltata; per la quale torniamo alla macchina alle 13.00. 5 ore di cammino nella neve…

domenica 3 gennaio 2010

San Berardo e Piano del Pozzo

Oggi torniamo a San Berardo, salendo da Paolisi per Cupitelle. E’ da fine 2008 che non torniamo da queste parti (San Berardo 2008), ricordando oltre la bellezza del posto anche qualche immagine che lascia sconcertati: troppa immondizia lasciata in giro in posti che dovrebbero semplicemente rimanere quello che sono. Purtroppo anche oggi abbiamo trovato gli stessi rifiuti del 2008 e, in più, assistito a comportamenti di persone e gruppi di persone che questi posti vorrebbero sfruttarli per divertimenti per niente compatibili con l’ecosistema del luogo: quad tra faggi secolari, sgommate con i fuoristrada, scampagnate all’insegna del ‘divertimento alcolico’ e gara di spargimento di bottiglie ed immondizia. Pare che chiunque da queste parti possa fare quello che voglia. Però è ancora tutto così perfettamente 'naturale’ (nel senso ecologico) che ad ogni immagine la meraviglia per la bellezza del Creato si accompagna ad un pensiero di denuncia per lo sfregio insensato.
Iniziamo il cammino alle 8.00 per arrivare alle 9.45 alla Fontana di San Berardo. Proseguiamo poi per tentare la salita al Monte Castello, ma ci accorgiamo che il tempo non ci basterebbe. Proseguiamo, quindi, per il Piano del Pozzo e, fra mulattiere e sentieri, cerchiamo di ritornare alla Fontana di San Berardo, che raggiungiamo verso le 12.30. Torniamo alla macchina alle 13.00.



Bottiglia di Chianti abbandonata
Rifiuti a San Berardo

 

Bottiglie di plastica (e rifiuti di ogni genere) abbandonati nei pressi della Fontana di San Berardo

Rifiuti alla Fontana di San Berardo (Paolisi)

Branda e rifiuti abbandonati in una parte del bosco di faggi secolari

Branda e rifiuti nei pressi di San Berardo

 

Diverse bottiglie di birra ammucchiate sotto gli alberi

 

 

Qualcuno ha anche pensato di procurarsi la legna gratuitamente

Alberi abbattuti in modo fraudolento


Anche qui 
Alberi abbattuti in modo fraudolento

 

C’è chi ha scoperto un posto nuovo da devastare con i fuoristrada… 

Fuoristrada (abusivi?) nel Parco del Partenio

 

E questi sono i rifiuti pericolosi trovati l’anno scorso. Sono ancora qui 

Immondizia d'annata nel Parco del Partenio

 

Immondizia d'annata nel parco del Partenio

 

E i copertoni?

Copertoni e immondizia nel Parco del Partenio