domenica 1 gennaio 2006

CONSIGLI UTILI PER ESCURSIONI IN MONTAGNA

E’ giusto che si sappia: Gli eventi di pericolo sono molto spesso causati dall’imprudenza, e peggio ancora dall’inosservanza delle più elementari norme di comportamento in montagna.
Lo ribadiamo ancora una volta: la montagna non va assolutamente sottovalutata, va rispettata perché essa ha tutto il tempo per farci far male da soli. Una situazione di sopravvivenza potrebbe verificarsi in un qualunque momento della nostra vita, e in special modo in montagna. In questi casi l’individuo si trova a fronteggiare una situazione inusuale con pericolo di tracollo psico-fisico, tanto grave che alcune volte lo può spingere ad arrendersi e subire passivamente l’esperienza. In questa situazione diventa importante la volontà di sopravvivere. L’atteggiamento mentale in ambienti impervi è più ottimistico se la persona ha avuto in passato esperienze simili. Nel gruppo è importante allontanare dai compagni l’insorgere della paura, che porterebbe a soccombere agli eventi.
E’ importante mantenere la mente e il fisico impegnati!
Insieme alla volontà di sopravvivere, gioca un ruolo importante, la fiducia in se stessi, delle proprie capacità fisiche e mentali. Questo è il motivo per cui fare sport, non significa muovere solo i muscoli e il fisico, ma coordinarli in modo ottimale per avere le massime prestazioni col minimo dispendio di energie. L’autocontrollo, la calma, la fiducia delle proprie capacità garantiscono e infondono sicurezza e razionalità di decisione, evitando pericoli e dispendio di energia.
Quindi frequenti passeggiate in montagna arricchiscono l’individuo di esperienza, il quale troverà, in seguito, tale ambiente più familiare.
Le operazioni da svolgere in caso di emergenza possono essere così riassunte:

 

  • Fermarsi per organizzare le idee sul da farsi;

  • Conoscere le ore di luce a disposizione;

  • Conoscere le condizioni meteo, e imparare a riconoscere i segni premunitivi di peggioramento meteo;

  • Conoscere la morfologia del territorio;

  • Conoscere le condizioni fisiche proprie e/o del gruppo;

  • Razionare acqua e cibo a disposizione, ricordando che il corpo umano resiste alcuni giorni senza cibo, ma solo 24/48 ore senza liquidi;

  • Approntare mezzi di segnalazione per favorire la localizzazione da parte dei soccorritori.

La montagna può celare dei pericoli oggettivi intrinseci alla sua natura, specialmente se poi non si è adeguatamente attrezzati. Le mutevoli condizioni meteo possono trarre in inganno con conseguenze negative su fisico e morale. Quindi, anche in caso di tempo buono è fondamentale sapersi costruire un rifugio di emergenza, procurarsi il necessario per accendere un fuoco; in caso di neve evitare di camminare sulle cornici e diffidare dei pendii con inclinazione comprese fra i 20° e i 60°, in tal caso aggirare il pendio o a limite evitare, nell’attraversarlo, di tagliarlo trasversalmente; in caso di valanghe coprirsi le vie respiratorie con un fazzoletto onde evitare di rimanere soffocati dalla nuvola di neve che accompagna la massa vera e propria; se si è stato travolti cercare di essere liberi nei movimenti, togliersi lo zaino e tentare di mantenersi in superficie come se si nuotasse; in questi casi portare legati alla vita una funicella di colore vivace (rosso) lunga un paio di metri, può aiutare i soccorritori nella ricerca. Inoltre, se si è in grado ancora di muoversi, cercare di capire dov’è la superficie, e costruirsi una nicchia per poter respirare ed essere più liberi nei movimenti, quindi iniziare a scavare verso l’alto.
Durante escursioni più impegnative, o situazioni di una certa emergenza come può esserla un caso di smarrimento, occorre molta riflessione, decidere se sia meglio viaggiare o restare fermi in attesa di soccorso. Per fare ciò occorre valutare tutti i fattori che potrebbero condizionare o impedire la riuscita dello spostamento.
Decidere quale direzione prendere tenendo conto della resistenza fisica, della natura del terreno, delle ore di luce, della disponibilità di acqua e viveri.
Se si possiede una cartina della zona e si conosce la propria posizione dirigersi presso il più vicino centro abitato; nel caso invece che non si conosce dove ci si trova, è consigliabile seguire i corsi d’acqua nel senso della corrente, oppure i viottoli tracciati dal bestiame: essi porteranno presso luoghi abitati.
Se disponete di un binocolo, studiate a fondo ogni possibile percorso.
Per avere il senso dell’orizzonte arrampicatevi su un albero. Decisi di partire prendete con voi il materiale necessario: fiammiferi, accendino, bussola, carte geografiche, coltello, orologio, occhiali da sole, ecc.
Tenete sempre a portata di mano eventuali sistemi di segnalazione, poiché molte volte il tempo utile per inviare un segnale di soccorso è brevissimo, specie se gli aiuti sono via aerea, e non ci si può mettere a cercare il materiale di soccorso che sta in fondo allo zaino.
Durante la marcia alleggerirsi preventivamente, aprire un tantino le chiusure lampo per evitare di surriscaldarsi e perdere così molti liquidi con la sudorazione; appena fermi coprirsi per evitare grosse dispersioni di calore e un brusco raffreddamento.
Prima di abbandonare un luogo di sosta, lasciare dei segni che indichi che eravate lì e in che direzione vi siete spostati, lasciate anche qualche traccia durante la marcia.
Una volta partiti cercate di mantenere la direzione, specie quando aggirate un ostacolo.
Per mantenere una direzione, se non si dispone di bussola, scegliete due punti fissi e lontani sul terreno, e quando vi avvicinate al primo sceglietene un terzo e così via. Se vi trovate in una zona priva di riferimenti, ma siete in tre o più persone, separatevi e avanzate molto intervallati, voltandovi spesso indietro. Se procedete i fila indiana, quelli dietro devono seguire le tracce di quelli davanti. Se siete soli potrete mantenere una linea retta voltandovi indietro e vedere le tracce che avete lasciato, oppure potete piantare dei bastoni, o fare dei mucchi di pietre su cui allineare il percorso. In caso di perdita di orientamento non abbiate fretta per nessun motivo, riordinate le idee e cercate di richiamare alla mente l’orografia del terreno circostante, oppure arrampicatevi su un albero per cercare di orientarsi nuovamente; eventualmente ritornare sui propri passi quel tanto che basta per ritrovare nella memoria il percorso già effettuato. Se non si dispone di un orologio, si può tentare di calcolare le ore di luce a disposizione che vi restano, ricordatevi che tale metodo vale solo quando il Sole va verso il tramonto: in pratica con i pugni chiusi come quando si regge un bastone, le braccia distese in avanti, si contano, sovrapponendo un pugno sull’altro, quanti ne occorrono per congiungere il bordo inferiore del Sole con la linea dell’orizzonte: il numero ottenuto ci danno le ore di luce che ci restano prima che il Sole cali.
Un gruppo durante la marcia è utile che siano contati i suoi componenti, e ogni tanto rifare la conta; inoltre è utile che vi sia uno o due apripiste, e un terzo che controlla che essi mantengano la direzione scelta. Mantenete un passo regolare, senza alzare troppo i piedi dal terreno, e alternate marce di circa un ora con pause di dieci quindici minuti. Tenete il passo del più debole, restate in gruppo, non perdetevi di vista ma sopratutto mantenete la calma. Per non pensare allo sforzo della marcia, guardate l’alternarsi dei piedi di chi vi procede, ciò mantiene la mente impegnata. Affrontate le salite in linea obliqua per conservare le forze, oppure a zig-zag. Espirate a bocca aperta per prevenire il fiatone. Su terreno innevato procedere con cautela, sondando ogni tanto con un bastone.

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