domenica 1 gennaio 2006

PRONTO SOCCORSO IN MONTAGNA

La prudenza e il buon senso non devono mai mancare quando si effettua un’escursione in montagna, specialmente perché l’aiuto poi non è né tanto vicino, né tanto efficiente.
In caso di ferite da taglio con conseguente emorragia occorre innanzi tutto calmare il soggetto, farlo sedere e premere forte sul taglio magari con un tampone improvvisato. Quindi, se si dispone del legaccio emostatico e la ferita è localizzata sugli arti, legare a monte della ferita se l’emorragia è di tipo arterioso (il sangue esce a spruzzi); oppure a valle se l’emorragia è di tipo venosa (il sangue esce con flusso uniforme). Ricordarsi di allentare di tanto in tanto il legaccio (ogni dieci-quindici minuti) per evitare che la parte vada in necrosi. Se il soggetto non può muoversi, dopo averlo tranquillizzato e costatato che può essere lasciato solo, cercare aiuto.
Il caso di frattura di un arto occorre steccarlo con dei rami opportunamente tagliati e disposti longitudinalmente all’arto rotto con dei legacci (stringhe, pezzi di fune, strisce di stoffa ecc.). se la frattura è a livello spinale (il soggetto non può articolare le mani o i piedi e manca di sensibilità), non spostarlo assolutamente, ma tentare di immobilizzarlo così come sta e cercare aiuto.
Per le insolazioni occorre disporre il soggetto all’ombra, o per lo meno coprirgli il capo; quindi tenerlo cosciente con degli spruzzi d’acqua sul viso, farlo bere e bagnargli leggermente il capo, scoprirlo un tantino in modo da consentire un più rapido raffreddamento del corpo.
In caso di disidratazione e non si dispone d’acqua si può ricorrere a certe piante o radici di piante, e qui occorrerebbe una certa conoscenza botanica, stando attenti alle specie velenose o tossiche. Fra le piante più facili da riconoscere e usare annoveriamo i frutti della rosa canina, mirtilli, more, ribes, sambuco; fra le radici: il tarassaco o dente di leone.


Rosa canina


(rosa canina)

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(sambuco)

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(mirtillo)

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(more)

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(tarassaco)

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