L’IGM fu fondato nel 1872 con il compito di redigere la cartografia ufficiale d’Italia. A quell’epoca erano già in fase avanzata i rilievi delle province meridionali, dal Napoletano alla Sicilia, pensati con criteri moderni iniziati subito dopo il 1860 da parte dell’Ufficio Tecnico dello Stato Maggiore, per ottenere una carta in scala 1:50.000 con linee di livello; essa fu terminata nel 1876. Esisteva allora anche la carta del Piemonte nella stessa scala, e la carta austriaca della Lombardia e dell’Italia centrale in scala 1: 86.400.
Nel 1875 fu deciso di redigere la carta fondamentale di tutto il territorio italiano in scala 1: 100.000, appoggiata ad una nuova triangolazione omogenea, in vista anche della possibilità che tale triangolazione servisse di appoggio ai rilievi catastali per la formazione delle mappe, voluta dalla successiva legge sulla “Perequazione dell’imposta fondiaria”.
Dovendo far figurare anche l’altimetria, non fu ritenuto sufficiente basarsi unicamente sulle livellazioni trigonometriche, fu perciò sviluppata una rete di livellazione di tipo geometrico di precisione, come voleva anche la Commissione Geodetica Italiana, rete che si sviluppò lungo le linee di particolare importanza, come le grandi arterie stradali, ecc.
I lavori continuarono fino a riuscire a redigere carte in scala 1: 100.000; 1: 50.000, ma anche carte in scala 1: 25.000 nelle zone militarmente importanti e più ricche di particolari topografici. Con l’impiego della fotogrammetria aerea è stato poi possibile coprire tutto il territorio italiano , nei suoi più piccoli dettagli, e riportarlo in scala
1: 25.000. Ma per poter eseguire progetti e studi sul territorio è necessario redigere carte in scala 1: 10.000 e 1: 5.000, cosa che l’IGM si è prefisso.
Le moderne carte dell’IGM, redatte nel sistema di Gauss (una carta redatta con il sistema Gauss è detta CONFORME; essa gode della proprietà che gli angoli fra due direzioni sull’ellissoide e quelli corrispondenti sul piano della carta sono uguali. Ciò in pratica si traduce che due figure, una sulla carta e una sull’ellissoide, sono simili, ossia conservano la forma e pertanto si è certi di trovare quel punto segnato sulla carta così come lo si vedrebbe al naturale.), sono in scala 1: 25.000, cioè un centimetro sulla carta corrisponde a 250 metri, e utilizzano un reticolato chilometrico che funge da ossatura, cioè la carta si poggia su una maglia di forma quadrata i lati dei quali hanno lunghezza convenzionale di cento chilometri. Il reticolo ha, inoltre, i lati paralleli ad un sistema di assi cartesiani in cui l’asse delle Y è rappresentato dal meridiano centrale del fuso (monte Mario a Roma); mentre l’asse delle X è rappresentato dell’equatore (Vedi fig. 1).
Nel 1875 fu deciso di redigere la carta fondamentale di tutto il territorio italiano in scala 1: 100.000, appoggiata ad una nuova triangolazione omogenea, in vista anche della possibilità che tale triangolazione servisse di appoggio ai rilievi catastali per la formazione delle mappe, voluta dalla successiva legge sulla “Perequazione dell’imposta fondiaria”.
Dovendo far figurare anche l’altimetria, non fu ritenuto sufficiente basarsi unicamente sulle livellazioni trigonometriche, fu perciò sviluppata una rete di livellazione di tipo geometrico di precisione, come voleva anche la Commissione Geodetica Italiana, rete che si sviluppò lungo le linee di particolare importanza, come le grandi arterie stradali, ecc.
I lavori continuarono fino a riuscire a redigere carte in scala 1: 100.000; 1: 50.000, ma anche carte in scala 1: 25.000 nelle zone militarmente importanti e più ricche di particolari topografici. Con l’impiego della fotogrammetria aerea è stato poi possibile coprire tutto il territorio italiano , nei suoi più piccoli dettagli, e riportarlo in scala
1: 25.000. Ma per poter eseguire progetti e studi sul territorio è necessario redigere carte in scala 1: 10.000 e 1: 5.000, cosa che l’IGM si è prefisso.
Le moderne carte dell’IGM, redatte nel sistema di Gauss (una carta redatta con il sistema Gauss è detta CONFORME; essa gode della proprietà che gli angoli fra due direzioni sull’ellissoide e quelli corrispondenti sul piano della carta sono uguali. Ciò in pratica si traduce che due figure, una sulla carta e una sull’ellissoide, sono simili, ossia conservano la forma e pertanto si è certi di trovare quel punto segnato sulla carta così come lo si vedrebbe al naturale.), sono in scala 1: 25.000, cioè un centimetro sulla carta corrisponde a 250 metri, e utilizzano un reticolato chilometrico che funge da ossatura, cioè la carta si poggia su una maglia di forma quadrata i lati dei quali hanno lunghezza convenzionale di cento chilometri. Il reticolo ha, inoltre, i lati paralleli ad un sistema di assi cartesiani in cui l’asse delle Y è rappresentato dal meridiano centrale del fuso (monte Mario a Roma); mentre l’asse delle X è rappresentato dell’equatore (Vedi fig. 1).
Grazie a tale reticolo ogni punto sulla superficie del territorio è individuabile tramite due segmenti di retta a partire dall’origine degli assi di riferimento; questi due segmenti sono detti: Longitudine (in senso orizzontale), e Latitudine (in senso verticale).
Ma ovviamente, dato che il territorio non è piano ma accidentato, un punto A avrà anche una certa altezza da una superficie di riferimento che è rappresentata dal Geoide il cui perimetro di curvatura segue il livello superficiale medio degli oceani e mari. Questa nuova grandezza, che ci permette di localizzare un punto nello spazio, è detta altitudine.
Pertanto le carte dell’IGM si dovettero arricchire di una nuova dimensione che tenesse conto della realtà di ogni situazione. Ciò si è ottenuto con l’uso di curve di livello (isoipse), posizionate ogni millesimo di quota della scala della carta, per quelle 1:25.000 esse si trovano ogni 25 metri di quota. (vedi fig. 2).
Per rendere più complete le carte fu necessario introdurre l’uso di segni convenzionali che facessero capire cosa si rappresentasse, alcuni dei quali sono riportati in figura.
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